Omero e la bocciofila

Francesco Ranieri

 

30-05-2012

Vecchia periferia milanese, prati e fabbriche. Al posto dei prati, oggi, l’Arcimboldi; le fabbriche: chiuse o ridimensionate.

Periferia milanese. Bocciofila “La Bersagliera”: tavoli da osteria, vino e campo di bocce. Dopo anni di lavoro, è il luogo di ritrovo di tanti. Tra loro, Omero Busacchini, addetto alla vigilanza della “Pirelli Gomme”, oggi pensionato. Una vita di lavoro, una vita in quella periferia, nelle case della Pirelli, come per la maggior parte dei suoi dipendenti.

Il suo passatempo preferito è raccontare della sua fabbrica, sì, perché era sua come degli altri dipendenti: era la loro vita, con la fabbrica sono diventati grandi e sono invecchiati. Ogni giorno al cancello d’ingresso dove si contavano i dipendenti, ogni giorno gli stessi occhi negli occhi, ogni giorno le stesse confidenze. Omero Busacchini li ha visti tutti per tanti anni: di alcuni conosceva le storie più personali.

Tra le sue preferite, quella di Ettore Cazzaniga, l’operaio diventato ingegnere. Di famiglia umile, era entrato adolescente nella grande fabbrica, aveva frequentato i corsi scolastici che la famiglia Pirelli organizzava per i suoi dipendenti giovani. Ettore non si era accontentato dell’avviamento commerciale, così si chiamava allora la scuola media.. lui aveva studiato, lavorato e lottato, e Omero ne racconta la storia con commozione. Omero ricorda il giovane con il fazzoletto al collo, divenuto, giorno dopo giorno, un cigno elegante che mai ha sfigurato sul palcoscenico della vita. Fiero e amato, ha accettato la morte quando la malattia l’ha condannato, perché sicuro di aver vissuto una degna vita. Il suo nome è rimasto alla Pirelli e Omero racconta ancora oggi la sua storia.

Omero non dimentica di raccontare anche di quella testa calda di Achille Esposito: era nato in un lontano paese del sud, arrivato a Milano con tutta la famiglia, ha trovato la porta aperta in quella roccaforte lombarda che era la grande fabbrica. Achille l’aveva conquistata con la tenacia, vissuta come una vittoria e mantenuta con la forza del bisogno. Ha mantenuto il patto con se stesso di onorare il lavoro, ha superato le difficoltà anche quando, da uomo sposato, ha dovuto fare i conti con il costo di una famiglia che si allargava: i figli, la scuola per tutti. Achille ha risposto a tutto con la sola forza dei suoi anni stipendiati alla Pirelli. Instancabile, invincibile alla fatica, quasi immune al trascorrere del tempo, oggi anche lui non c’è più. Di lui restano le gesta raccontate da Omero.

Come il suo illustre omonimo, questo chiacchierone, oramai anch’egli stanco, racconta di quelli che per tutti sono diventati gli eroi della vita fatta di cose semplici, vita da tutti rispettata perchè vissuta degnamente fino alla fine, fine che hanno accettato con un sorriso sulle labbra, sicuri di restare, se non nei testi scolastici, sicuramente nelle memorie di chi li ha conosciuti. E per chi non ha avuto questa possibilità, ci ha pensato Omero Busacchini.