Tutti senza faccia

Ivan Misirocchi

05-11-2003  

Tutti senza faccia, era questa la visione delle persone intorno a me, nessuna che mi salutasse, nessuna che mi chiedesse anche solo una banalità… Arrivai ad un tempio seguendo la massa silenziosa, intorno a me vidi alcuni uomini vestiti come sacerdoti, circondati da tanti adepti pronti a perire pur di compiere la sacra missione.

Ma cosa fosse la sacra missione nessuno voleva dirmelo.
Di chiaro c’era solo questo: tante teste e un’unica mente, tanti pensieri e un’unica filosofia.
Come dire loro di un mondo diverso dalla visione visionaria dei potenti?
Come dire che non c’è il bene ed il male concepiti come assoluto?

Una voce fastidiosamente martellante continuava a ripetere, da tutti i diffusori: ”C’è la logica del sistema concepita come pura sanità di pensiero, colui che ascolterà e rispetterà tale logica sarà degno di essere chiamato puro, meriterà di muoversi all’interno della rete senza ipocrite osservazioni, oltre che limitative e dannose privazioni. Colui che, in precaria fiducia in ciò che è la verità, tentenna, crede al parallelismo esistenziale e comincia a sviluppare individualismi, è colui che è sulla linea di confine”.

Questa voce cominciava ad inquietarmi, sia per il tono che per ciò che diceva …. “Colui che oramai ha definitivamente abbandonato la verità per credere nel parallelo mondo ingannatore è colui che necessita urgentemente dell’opera di ripristino da parte dei sacerdoti. Crediate in loro, crediate nel lavoro degli adepti, loro sono al servizio della verità …”

Sono stanco, pensai, devo riposarmi; non feci in tempo a dirlo che mi trovai nel caos più assoluto: strane scatole gommate mi parlavano col linguaggio dei rumori, la gente urlava la sua rabbia ad un piccolo contenitore d’immagini, le case erano luci forti e colorate, ma solo per meta, l’altra metà era fatta di buchi per vedere le altre genti … mi manca l’aria, non respiro…. “Ivan”, sento chiamare … “Ivan, sveglia” …

Meno male, era tutto un sogno, apro l’armadio prendo la mia tunica da adepto e corro al tempio; sono spaventosamente in ritardo.