Il sonno del tenente

Umberto Picone

05-12-2003  

Le domande che Aparo ci ha fatto la scorsa settimana sono:
• Il mondo da noi cosa può guadagnare?
• Cosa possiamo guadagnare noi dal mondo?

Secondo me dipende dalla vita che fai. La vita che ho fatto fino al giorno del mio arresto, alla società, per quanto ne so, non ha fatto guadagnare niente. Per fare la vita che ho fatto ho dovuto imparare e rispettare delle regole, le così dette regole della strada, e le cose che penso di aver guadagnato imparando queste regole sono: il rispetto delle persone che mi conoscevano per quello che facevo e vitto e alloggio pagato per quasi tre anni nel cuore di Milano, a San Vittore. Questo è quello che penso di aver guadagnato; non sto a dirvi cosa ho perso perché non basterebbe l’inchiostro di questa penna per elencare tutto.

Per rispondere a queste domande ho provato ad immedesimarmi in una persona che fa una vita regolare, ma non sono riuscito a trovare risposte. Ho provato anche a pensare al mio futuro, ma anche lì ho fatto un buco nell’acqua, perché pur avendo tutte le intenzioni e tanta voglia di fare una vita normale, non so cosa mi aspetta fuori, né tanto meno cosa potrei guadagnare io dal mondo o il mondo da me.

Però se penso a mio padre, che non si droga e che ha sempre lavorato onestamente, mi vengono in mente alcune cose che lui ha. Mio padre, oltre che possedere un orologio rotto nel salotto di casa sua, ha la coscienza a posto, non dico che è un santo, però dorme tranquillo e non va in panico ogni volta che bussano alla porta, è amato dalla sua famiglia e dai figli, me compreso, e ama la vita sicuramente più di quanto la amavo io quando mi sentivo nullatenente.