La laurea

Walter Madau

16-04-2004  

... pensavo di non essere capace di accettare i compromessi, invece mi mancava lo spazio, o meglio, il tempo. Pensavo di volere “tutto e subito”, invece era “adesso o mai più”.

 

Mi chiedo cosa scrivere e nel frattempo scorrono i vostri visi nella mente.

So che molte cose ci accomunano, per altre siamo distanti, tanto che difficilmente ci si intravede gli uni con gli altri. Ma gli estremi sono legati negli obiettivi e il legame di crescita non si può rompere. Dobbiamo crederci, tutto ha origine dalla stessa radice.

Due settimane fa ho visto Livia e Silvia preoccupate, eccitate, felici e impaurite perché alle prese con un esame. Io mi sono sentito fermo, immobile. Mi sono chiesto cosa potesse significare quella prova per loro… ma niente. Ci doveva essere dell’altro. La laurea.

La laurea per voi è un obiettivo che fa sognare ad occhi aperti. In parte io ho gioito con voi. Il giorno della prova ho chiesto a Cosimo come fosse andato l’esame, come se fossi io a farlo. Purtroppo non ero io. Il sogno è unicamente vostro. Vostro è il futuro in cui ci sarà la realizzazione di questo lontano desiderio. Vostro è il futuro, non perché diverrete apprezzabili e stimati dottori, ma perché avete attualmente la percezione del futuro che è in voi.

Immagino che pensare alla laurea vi faccia già assaporare come vi potrete sentire. Chissà… magari appagati nel sentirvi utili, oppure contenti perché circondati da persone che necessitano di voi, oppure con un buono stipendio e una bella macchina parcheggiata sotto casa.

Vederti come potrai essere nel tuo futuro, magari un po’ idealizzato, ti dà forza, carica, stimolo; forse guardare in avanti ha il potere di ridimensionare l’importanza degli eventi contingenti, può sdrammatizzare ogni attuale imperfezione, tanto tutto è provvisorio, cambierà. Forse mi sbaglio, allora voglio parlare di me.

Io non ho mai “allungato il naso” di qualche giorno o settimana; mi chiedo che cosa voglio e non so rispondermi; pensavo che non ero capace di accettare i compromessi, invece mi mancava lo spazio, o meglio, il tempo.

Pensavo di volere “tutto e subito”, invece era “adesso o mai più”.

Credevo di essere più coraggioso di tutti voi e adesso so che non lo sono; ero solo un uomo che rischiava meno di voi. Il mio vantaggio era la superficialità; ero solo più bambino, incapace di volare e di fare fantasie su cosa avrei raggiunto nel futuro.

Ogni tanto cerco di spiccare il volo con queste ali fratturate, ma è estremamente doloroso. Molte volte non posso permettermelo, altre vorrei poter tenere il mondo in una sola mano e spremerlo come un arancia.