In attesa che il tempo ritorni

Redazione

05-11-2003

Lo scritto di Umberto Picone, L’orologio a pendolo, è stato considerato da tutto il gruppo una piccola opera d’arte capace di coinvolgere il lettore, di evocare in ognuno ricordi legati al rapporto col proprio padre e di stimolare la riflessione.

Lo scritto è stato letto ai gruppi del Faro (riunione del 31-10-03) e del Penale (riunione del 01-11-03); gli scambi e i commenti emersi sono stati ricchi entrambe le volte.

Alcuni di noi sono stati colpiti dalla semplicità e musicalità del testo.

Altri hanno sottolineato la dimensione del tempo: l’incubo di oggi in relazione al ricordo di allora, il ticchettio dell’orologio e il battito irregolare del cuore che segnano lo scorrere dei secondi, la contrapposizione tra la veglia dopo l’incubo e il sonno dei compagni, le lancette dell’orologio ferme ma che due volte al giorno segnano l’ora esatta, due momenti distinti, ieri e oggi.

Alcuni hanno vissuto il gesto del padre, che mantiene l’orologio a pendolo rotto, come un atto di forza nei confronti del figlio, un modo per ricordargli chi detiene il potere, considerato che quell’orologio aveva spaventato così tanto il figlio da paralizzarlo a letto.

Altri, in risposta, hanno affermato che se davvero il padre avesse voluto tenere quell’orologio per cattiveria, lo avrebbe fatto aggiustare affinché il suono ricordasse al figlio i momenti d’angoscia vissuti nell’infanzia.

Per alcuni il padre spera che il figlio torni a casa per riaggiustare l’orologio; altri hanno aggiunto che il padre è in attesa che sia il figlio stesso a far ripartire l’orologio, superando così la paura e la rabbia che quel giorno lo avevano indotto a romperlo.

Alcuni considerano la possibilità di riaggiustare l’orologio come la ripresa della relazione interrotta tra padre e figlio; altri aggiungono che il padre impone al figlio, lasciando appeso al muro l’orologio che lui aveva distrutto, il potere di farlo tornare al momento della ribellione per recuperare la comunicazione.

Per alcuni, il padre ha nell’orologio rotto la rappresentazione del desiderio di riaprire la comunicazione col figlio; altri dicono che anche il figlio è desideroso di ritrovare suo padre, e che l’incubo destabilizzante di ogni notte comunica proprio il desiderio del ricongiungimento.

L’orologio segna il momento in cui si è rotto il rapporto col padre e indica anche il momento a partire dal quale la relazione potrà riprendere il suo corso. Umberto è cresciuto, ha avuto delle difficoltà ed ora è in carcere. Ha l’incubo che ci sia un orologio a casa che lo aspetti, un lavoro incompiuto da portare a compimento.

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