Il progetto negli occhi

 

Antonio Iannetta

15-10-2009
 

Tutto il Gruppo della Trasgressione presente a San Vittore sente avvicinarsi la data fatidica in cui si terrà il convegno. Un febbre contagiosa e benigna si è insediata in ognuno, il tema è indiscutibilmente appassionante; io e Nuccio parliamo per ore e le domande che cercano risposte sono essenzialmente tre: cosa vorremmo fare, cosa vorremmo non fosse di noi, come evitare il fallimento.

Il fallimento che ci attende, travestito, all’uscita del carcere, può assumere qualsiasi forma, ci segue come un’ombra, ci ammalia, finge di confortarci, sussurra parole velenose coperte di miele!

Quante volte abbiamo sentito e ceduto a quella nenia ipnotizzante che, come un manto e con la forza d’un martello pneumatico, ha prima scalfito e poi ridotto in polvere le nostre certezze granitiche.

Ricordiamo le vocine suadenti prendere il sopravvento sulla ragione vera, che anestetizzata dalle sostanze soccombeva giorno dopo giorno, sino a minare ogni resistenza residua, fino a fare scomparire ogni raziocinio, lasciando spazio alle peggiori forme autodistruttive.

Ricordiamo ancora nei rari momenti di lucidità, le ridicole forme giustificanti cui ci arrampicavamo, come sugli specchi, cercando legittimazioni giustificanti a comportamenti vigliacchi.

Il nostro progetto implica forme di tutor e incontri di auto aiuto. Riconoscere le nostre fragilità, accettare e convivere con i nostri limiti, chiedere aiuto, sono la base di partenza, le fondamenta del nostro progetto. Nonostante le forme future che il fallimento può assumere, noi vogliamo fare di tutto per evitarne i richiami. Non sentiamo nessuna forma di attrattiva nel vedere auto lussuose sportive occhieggiarci dalle riviste patinate di settore, né proviamo la vecchia cupidigia per orologi di marca e vestiti griffati.

Nel nostro nuovo cammino sono mutati i parametri, oggi viviamo di poco, deprivazioni imposte dal luogo certo, ma anche per nostra scelta e senza minimamente sentirne la mancanza. Il nostro è un progetto autentico, si fonda sul rispetto dell’altro, delle regole, di quelle regole violate a lungo.

Il valore positivo del nostro progetto lo vediamo negli occhi dei membri esterni del gruppo, degli insegnanti che vengono a trovarci e nello sguardo sornione del dottore.