Il mio nome, il mio progetto

I testi sul tema dei gruppi di Bollate (SER.T) e San Vittore


L’iniziativa ha i suoi campi d’applicazione elettivi nelle scuole e nel carcere e fa riferimento:
  • alla necessità per ciascuno di noi di un progetto attendibile per mantenere il proprio equilibrio;

  • all'importanza del riconoscimento del proprio progetto da parte di una autorità credibile e motivante e alle reazioni che spesso si producono quando si abbandona la speranza di potere ottenere tale riconoscimento (il mito dell'autofondazione, il mito del potere, la delega del riconoscimento ad autorità prese a prestito);

  • all'esperienza comune che, anche quando si hanno buoni progetti, non di rado li si disattende o addirittura li si tradisce e all’importanza di un ambiente nel quale tale progetto possa venire seguito e accudito da figure di riferimento autorevoli, tali da poter difendere il progetto anche dagli attacchi della persona della quale il progetto porta il nome.

 

Si parte dal presupposto che i primi episodi di bullismo, la tossicodipendenza, il comportamento deviante consolidato, siano collegati:

  • all'incapacità di amministrarsi dentro i limiti convenuti dalla collettività;

  • alla frantumazione della credibilità subita dalle istituzioni e dalle autorità di riferimento;

  • al disorientamento che il soggetto vive quando non sa come impiegare le proprie energie e i propri talenti;

  • al bisogno di reagire con un’identità forte e gratificante, pur se fondata essenzialmente sul potere di imporsi sugli altri e sul riconoscimento di tale potere da parte dei propri pari.