Lettera al Presidente

Adriano Sannino

Carcere di Opera

15-05-2012

Egregio Signor Presidente,

il Gruppo della Trasgressione è molto importante per la crescita del detenuto e della persona, visto che in questi luoghi si è abbandonati a se stessi, specialmente in questo periodo che le carceri sono sovraffollate.

Il Gruppo della Trasgressione è composto dal dott. Angelo Aparo, suo coordinatore e ideatore, da noi detenuti e da molti ragazzi e ragazze laureati. Le sedute avvengono ogni settimana all'interno delle carceri di Opera, San Vittore e Bollate. Il Gruppo ha la funzione di prevenire la devianza, formare gli studenti e rieducare il detenuto. Inoltre, per chi è disposto a farlo, aiuta a combattere il senso d’impotenza e il rancore, insegna a gestire le emozioni e a canalizzare l'energia negativa, trasformandola in energia positiva.

Il Gruppo della Trasgressione aiuta ciascuno a rivisitare la propria vita al punto da convincersi a mettere dei paletti fermi e a porsi dei limiti. Ciò permette di gestire le paure e l'arroganza: solo così si possono accettare le sconfitte e apprezzare le cose umili.

Al Gruppo parliamo e ci confrontiamo continuamente su temi complessi e sulle nostre storie personali. Le commentiamo facendo un'autocritica costruttiva, che ci aiuta a crescere e a diventare uomini. Al Gruppo c'è molta stima e molta fiducia reciproche, che aiutano a mettersi a nudo e a tirare fuori tutto il male accumulato nel tempo passato. Fare questo permette di prendere coscienza del male che un “bambino” deviato può avere commesso.

Il Gruppo mi ha insegnato ad ascoltare prima di parlare, cosa che prima mi era impossibile fare perché ero cieco e sordo. Non mi sono mai sentito una nullità nel Gruppo, anzi, mi sono sempre sentito valorizzato e ho capito che la vita va vissuta e rispettata. E che bisogna avere rispetto, per se stessi, per gli altri e per le istituzioni.

Il Gruppo mette in atto tutto questo attraverso i convegni all'interno e all'esterno del carcere, in cui raccontiamo le nostre storie negative a tanti giovani studenti che rischiano di deviare con il bullismo.

Il solo pensiero che un ragazzo si possa salvare ascoltando le nostre storie ci gratifica tanto. E poi, attraverso queste esperienze, cresce in noi la fiducia nella possibilità che quando un giorno usciremo dal carcere sapremo mescolarci con la società e questo è un bene anche per la società perché in questo modo diminuiscono le possibilità che una volta fuori torniamo a commettere danni contro di essa.

Pertanto chiediamo a lei di darci una mano affinché il Gruppo della Trasgressione non sia abbandonato a se stesso e possa continuare sempre meglio e sempre di più ad aiutare tanti ragazzi all'interno e all'esterno del carcere. L'obiettivo è che tanto i detenuti quanto gli studenti delle scuole crescano insieme nel rispetto delle regole.

La ringrazio e le invio i miei distinti saluti.

Adriano Sannino