Scambi sullo scarto fra Reale e Ideale

 

Sofia Lorefice

  02-02-2008

 

Non sono d’accordo con Dino. Fuggire è ritirarsi, non mi pare che il magistrato in questione se ne stia in panciolle, io l'ho visto l'altro ieri a San Vittore e mi pare che il 24 gennaio se ne stesse davvero in quella scuola a fare lezione.

Chi l'ha detto che un magistrato di valore, per non essere accusato di fuga, debba per forza riformare dal di dentro un sistema che per mille ragioni non funziona?

Per quanto ne so io, lui ha valutato che il sistema che ha servito per anni avesse troppe contraddizioni e che occorresse cambiare le cose; non vedendo la via per farlo dall'interno, ha deciso di operare all'esterno. Non considero la sua scelta un ritiro, ma un cambiamento di prospettiva.

Dove sta scritto che un bravo magistrato oltre a cercare di fare bene il suo mestiere, deve riformare la magistratura che non funziona? Chi siamo noi per aspettarci di più dalle persone e per decidere in cosa questo “maggior contributo” debba consistere?

"A questo punto del mio percorso di vita, quello che voglio fare è invitare in particolare i giovani a riflettere sul senso della giustizia. E' una scelta del tutto personale, oggi mi sento più adatto a questo impegno che a quello di giudice…"

Dino si chiede a cosa serva. Bene, se il magistrato Colombo smette di vestire la toga e se ne va per scuole, carceri e strade a far riflettere davvero sul senso della giustizia, penso che questo possa ben "servire a qualcosa”. Non ne faccio un mito, non ho competenze per decifrare cosa fosse meglio fare, ma se lo fa e se ne è capace, trovo che questo possa ben servire, come a me è servito il suo intervento a San Vittore.

E poi chi ci dice che agire dall'esterno non serva a cambiar le cose? Forse c'è una differenza tra la fuga e un sofferto cambiamento di prospettiva. A volte i sistemi sono complessi, ingarbugliati, complicati, fossilizzati; in questi casi forse per intervenire è necessario trovare altre vie, cambiare prospettiva, investire sulla mentalità della gente, sensibilizzare e alimentare una coscienza civile che cambi sul serio le cose.

Sarà per paura delle delusioni e dei "tradimenti" o forse per prudenza, ma io sento di aspettarmi poco dagli eroi che scendono dalla montagna a salvare il sistema e un po' di più da coloro che in qualche modo investono su un cambiamento, lento, difficile e fiducioso, che parta dalla coscienza della gente.

Sofia