Un solo campo di gioco

Rocco Dogali

18-09-2009

Precisiamo che noi siamo condizionati dalla diffidenza e quindi difficilmente ci apriamo all'interlocutore; c'è il timore della delusione. Tutto ciò fa sì che ci abituiamo a tenere ben nascosti i nostri punti deboli e che i nostri rapporti siano basati sulla superficialità.

L'illusione di realizzarci è stata la componente che ci ha fatto perseverare; qualcuno di noi ha creduto di poter giungere ad una solidità economica attraverso la droga, ma la cocaina serviva solo per continuare a scappare dalla realtà.

Da una parte, questa nostra vita permette minore fatica e maggiore vantaggio dal lato economico. Ma se guardiamo l'aspetto negativo, questa vita ti porta inevitabilmente all'esagerazione. I rapporti ai quali questa vita porta sono solo per interesse e non possono essere basati sui sentimenti. Lo scontro e l'uso dell'altro come strumento non permettono di avere quel confronto e quel rapporto costruttivo che aiutano a crescere e a prendere coscienza delle proprie parti critiche.

Dalle esperienza portate al gruppo è evidente che ognuno di noi ha scelto consapevolmente o inconsapevolmente uno stile di vita che non ha permesso a nessuno di noi la possibilità di crescere nelle diverse aree che sono necessarie per diventare capaci di affrontare in modo razionale gli ostacoli che fanno parte della vita normale.

Piuttosto che affrontarli abbiamo preferito scappare e abbiamo “dopato” quelle emozioni che fanno parte della vita “antisociale”, che serviva, a sua volta, per giocare la partita su un solo campo di gioco.