I figli dei detenuti

Alessandra Cesario

13-04-2007

Alla maggior parte delle persone festeggiare il proprio compleanno insieme ai propri cari può sembrare quasi una cosa scontata.

Per chi è figlio di un detenuto non è così, anzi. Ogni compleanno, festività, ricorrenza produce l’aumento della tua rabbia, del tuo rancore.

Rabbia verso chi?

A dire la verità, non sono in grado di rispondere con grande chiarezza. So solo che si prova una rabbia distruttiva soprattutto nei confronti della vita perché la si percepisce ingiusta, nei confronti di chi rappresenta l’autorità giudiziaria perché la si percepisce poco attenta o addirittura in mala fede, nei confronti del proprio genitore detenuto perché ti ha deluso e non puoi più sentirlo come il tuo eroe infallibile.

In questi ultimi anni ho avuto modo di confrontarmi con chi, come me, è stato figlio di detenuti o ex-detenuti e ne ho ricavato alcune riflessioni.

Partendo dal dato ricorrente che i figli di detenuti provano rancore verso le figure istituzionali e verso i genitori detenuti, mi domando:

La legge sull’Ordinamento Penitenziario, vigente in Italia, al riguardo è molto chiara e detta precise regole di condotta. Ma la realtà che ho avuto modo di conoscere, in virtù della mia esperienza personale, è ben diversa.

Se sei figlio di un detenuto, a nessuno importa quali siano i tuoi sentimenti e come farai a crescere in modo responsabile. Occorre che tu abbia la fortuna di avere almeno un'altra figura adulta e responsabile accanto a te -che sia l’altro genitore o qualcun altro- altrimenti è probabile che tu sia letteralmente spacciato.

Perché, mi domando, non c’è alcun interesse a investire energie in questa direzione? Quanto può essere utile all’intera collettività che i detenuti e i loro figli si rapportino con la società non animati solamente da sentimenti di rancore e di odio?

Queste e altre domande continuano ad assillarmi e oggi a maggior ragione, dal momento che sto per laurearmi in Legge. Mi piacerebbe che anche chi rappresenta l’autorità si ponesse questi interrogativi.