Il fiore e il carciofo

Marcello Lombardi

22-09-2003

La mia vita, come quella di tanti, non è stata una strada semplice, piuttosto un viottolo ripido pieno di sassi. Tra me e mio padre ci sono sempre stati un mare di conflitti e di incomprensioni. Il dubbio su chi tra noi fosse il fiore e chi carciofo mi ha sempre riempito di sensi di colpa, oltre che di rabbia.

Ogni tanto le paure e il senso di impotenza accumulati nella mia infanzia acquistano un significato diverso, quando attraverso un gioco, un confronto inatteso, riesco a trasformarli in qualcosa di positivo per me e per gli altri.

L’esempio che potrei fare risale a un paio di giorni fa, quando Ivano e Dino mi hanno incoraggiato a scrivere sul rancore, un nuovo tema di confronto per il gruppo.

ln quel momento la loro fiducia nei miei mezzi e nel fatto che la mia rabbia potesse diventare uno scritto da presentare al gruppo mi ha fatto pensare che i carciofi possono anche essere gustosi quando sono cucinati bene. Non è facile; io non ho ancora imparato.

Ho sempre temuto la creatività, fino a viverla come una vera sfida, ma la fiducia dei miei compagni mi ha stimolato a non rifiutarla più, quanto meno a non chiuderle la porta in faccia.

Credo che se riuscissi in questo mio intento tutti i miei pensieri autolesionisti scomparirebbero, perché mi sono accorto che tutte le volte che sono indeciso o rifiuto di vivere le mie emozioni creative, nella mia testa cresce la voglia di punirmi.