Lettera a una madre

 

Mohamed Onnas

12/09/2015  

Buongiorno, eccomi qui! Dopo tanti anni mi riesce difficile iniziare la mia lettera. Ora, però, sono qui e, per quanto possa sembrare banale, voglio dire che mi dispiace, mi dispiace per tutto, per il dolore, per la rabbia, per il rancore, per ogni giorno di nostalgia.

Mi dispiace tanto, proprio per questo non mi giustificherò, non racconterò fatti, particolari o motivazioni, perché è inutile e perché non ci possono essere motivazioni che giustifichino per una madre la perdita di un figlio così come non ci sono parole per raccontarlo.

Quello che posso dire è che oggi, da padre che vive lontano dal figlio, anch'io conosco un pezzettino di dolore, niente in confronto, solo uno spiraglio da cui poter guardare sulla voragine di sofferenza che ho causato, ma sufficiente a farmi desiderare di fare qualcosa.

Ecco perché scrivo, per dire che non ho dimenticato, che non mi sono lasciato tutto alle spalle, che suo figlio è presente in tutti i miei giorni e che, per quanto poco possa valere, farei qualunque cosa per spezzare la sua sofferenza di madre.

So che non basta e so che non è molto, ma io sono qui, se lei vorrà scrivermi incontrarmi, parlarmi, se pensa che questo potrà in qualche modo aiutarla, la prego di farlo. Non le chiedo di perdonarmi, le chiedo solo di pensarmi come un uomo debole e confuso che cerca di uscire dai disastri della sua vita, le chiedo di voler conoscere l'uomo che sta dietro l'assassino.