Non aver paura di salvarti
Martedì 26 Febbraio 2002

Un calendario sullo «sballo» dei ragazzi del Pacinotti

PISA. «Non aver paura di salvarti la vita»: è lo slogan coniato da un gruppo di ragazzi pisani, studenti dell'Istituto tecnico commerciale «Pacinotti» e da pochi giorni compagni di scuola di uno dei ragazzi morti, il quindicenne Victor Ceccherini. La frase è contenuta in un calendario che la classe 4ª A (progetto Igea) ha realizzato lo scorso anno, quando di fatto era ancora una 3ª, per il nuovo anno, il 2002.


Un calendario messo in circolazione in scuole medie inferiori e superiori appunto a gennaio. Si tratta di una iniziativa realizzata nell'ambito della campagna promossa dal ministero della solidarietà sociale e più nota con il nome «Il vero sballo è dire no». A Pisa è stata svolta proprio nella scuola per ragionieri «Pacinotti» grazie all'assessorato provinciale per le politiche sociali e al provveditorato agli studi, che hanno fornito un contributo di sei milioni di lire. Il calendario mette a nudo i maggiori problemi sul tappeto per famiglie e adolescenti: abuso di alcool, droghe e guida spericolata. Gli autori? Sono Marco, Clara, Michele, Giuseppe e Cecilia, che hanno dato vita al calendario alla fine di un percorso educativo realizzato nell'ambito del progetto di educazione alla salute guidato dalla prof. Daniela Buonomini, con la collaborazione della Coop sociale «Il Cerchio» e con il contributo tecnico di laboratorio Mara Bussani. Le immagini, tratte da Internet, dalle cronache e realizzate dagli stessi ragazzi, sono eloquenti e sono sottolineate mese per mese da slogan e pensieri che combattono i falsi miti che tradiscono tanti giovani. Fra laltro uno dei ragazzi così tragicamente scomparsi, Victor Ceccherini, 15 anni, da un paio di giorni si era trasferito dal Santa Caterina al Pacinotti, in 1ª. I ragazzi della 4ª A Igea si sono riuniti ieri mattina per commentare il fatto, scrivendo alcuni pensieri.

Eccoli.

«Il fatto che negli ultimi tenmpi tutti i sabati muoiano ragazzi della mia età mi lascia senza parole. Che se la siano cercata o no, non conta. Resta il fatto che c'erano e non ci sono più. Di fronte alla morte non si può far nulla. Possiamo solo fare attenzione».

«A volte non ci accorgiamo di quale sia il limite della nostra libertà. La maggior parte dei ragazzi sa quali possono essere le conseguenze di correre, bere o drogarsi, ma nel gruppo si tende a voler apparire davanti agli altri: bisogna fare i grossi».

«Sono sconcertata. Con gli amici abbiamo assistito a funerali di ragazzi morti così, ma sembra che non sia successo nulla. Ci sente invincibili e si pensa che a noi non possa capitare mai». «Divertiamoci valutando le conseguenze».