Mente libera

Antonio Tango e Simone Beretta

14-06-2012 Radio Popolare

Il Governo emana l'indulto,
ma i detenuti si rifiutano di uscire

Il Governo, per far fronte alla crisi e al sovraffollamento delle carceri, ha varato in seduta straordinaria un decreto d'Indulto di cinque anni. Il Presidente del Consiglio Monti e il Guardasigilli Severino hanno posto l'accento sull'importanza del provvedimento: "non potevamo più accettare una situazione così drammatica, il personale di polizia è insufficiente e in piena crisi”. Queste sono state le parole del ministro, che ha poi proseguito: “…dobbiamo con urgenza risanare le nostre carceri con l'assunzione di settemila agenti, l'apertura di 11 nuove carceri nonché l'ampliamento e la ristrutturazione di oltre 30 edifici che sono intollerabilmente in contrasto con le regole civili".

Fatti i conti, con l'indulto dovrebbero uscire circa diciottomila persone e questo permetterà di attuare la riforma carceraria.

Ma i detenuti non ci stanno, si rifiutano di uscire e hanno intrapreso lo sciopero della fame e della sete a oltranza. In tutte le carceri Italiane, i detenuti hanno appeso alle finestre lenzuola con scritte: "Mente libera in corpo libero", "Prima siamo uomini e poi detenuti".

Abbiamo intervistato un detenuto, acceso sostenitore della causa, e gli abbiamo chiesto perché si rifiutano di uscire, come mai hanno scelto di fare questa protesta così eclatante e, soprattutto, cosa vuoi dire "mente libera".

Mi dice che senso ha liberare il corpo se la mente è in gabbia? - Così esordisce il detenuto - …noi denunciamo il Governo e le Istituzioni per la mancata applicazione dei nostri diritti di essere Uomini. E’ dovere del Governo favorire l'evoluzione del cittadino, non la regressione. Con questo provvedimento il Governo agisce in modo autoritario, riduce la questione alla liberazione del solo corpo, ignora il fatto che in questo modo non si fa altro che favorire la nostra regressione.

Noi chiediamo che il Governo ci aiuti a comprendere come, quando e perché abbiamo scelto come valore il mondo della devianza e perché siamo sempre così arrabbiati con tutti. Se l’istituzione deputata a occuparsi della nostra evoluzione ignora la funzione che la stessa Costituzione le assegna, noi da soli non potremo mai riconoscere la direzione in cui evolverci come cittadini.

Uscire dal carcere in questo modo, senza aver fatto alcuna conquista personale, ci condanna a rimanere per i nostri figli esempi di come non si deve essere, persone che ottengono la libertà per le insufficienze istituzionali e non per propri meriti.

Se la nostra protesta non sarà ascoltata, è facilmente prevedibile che gran parte di noi fra 3 o 4 mesi sarà ancora qui. Noi vogliamo evolverci, non regredire, ed è compito del Governo e dell'Istituzione aiutarci a individuare la strada. Per questo gridiamo: Mente libera!"

 

 

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